Come scegliere l’apparecchio acustico giusto per te

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Le persone che arrivano da me in studio con l’idea di mettere l’apparecchio acustico hanno anche già in mente il dispositivo che vorrebbero indossare, ma spesso capita che non si abbia proprio idea di cosa sia e come sia fatto un dispositivo uditivo.

Spesso mi sento dire: “Io voglio mettere l’apparecchio invisibile come fa vedere la pubblicità in tv”; Bene rispondo, se possibile con piacere.

 Oppure, “voglio l’apparecchio che va solo nell’orecchio e fuori non c’è niente”; 

“voglio mettere solo un apparecchio pur avendo un abbassamento su entrambi i lati”.  “ho un abbassamento leggero e vorrei mettere gli apparecchi micro”

“non ho un abbassamento grave e vorrei mettere un apparecchio economico”…

È molto importante ascoltare il punto di vista dell’assistito; è questo il primo punto da cui parto prima di suggerire un tipo di tecnologia, il modello e infine il livello tecnologico.
Hai letto bene, il primo punto da cui parto, non per importanza, ma perché anche questo è fondamentale per una protesizzazione di successo.

Colui che dovrà indossare l’apparecchio acustico ha una sua sensibilità a riguardo e questa va rispettata e soprattutto accolta.

Chi approccia per la prima volta con questo argomento, ha delle sue convinzioni

in merito, perché ha sentito il fratello, la madre, l’amico, i vicini di casa che usano già dei dispositivi acustici direttamente  o che a loro volta hanno saputo, ecc.

Altre volte, alcune persone arrivano timorose, perché sono convinte che gli apparecchi fischino, che siano scomodi, che vengano indossati a malincuore, che siano un ulteriore impegno o fastidio o che siano brutti da vedere.   

Queste convinzioni, basate sulla pubblicità, sull’aver sentito dire, sull’aver immaginato, il più delle volte sono fuorvianti e non basate su situazioni specifiche della persona valutata come soggetto unico. E’ per questo che provo a far passare il messaggio che ogni caso che si tratta è un caso a sé e che quindi va valutato singolarmente, nei suoi aspetti audiologici, fisiologici, sociali, culturali, psicologici e intellettivi.

Pertanto come primo suggerimento che mi sento di dare, è quello di non farsi influenzare da pensieri negativi altrui, ma invece di prestare fiducia in quello che viene detto dagli esperti del settore audiologico; è il primo tassello per fare una scelta ponderata e giusta.   

scelta apparecchi acustici

Primo step per la scelta di un apparecchio acustico

Il punto più importante, dal punto di vista strettamente clinico, è affidarsi al professionista dell’udito che farà degli esami audiometrici o, se sono stati già stati effettuati, la valutazione degli stessi.

Inoltre verrà effettuata una valutazione fisica dell’orecchio esterno con un esame otoscopico per visualizzare lo stato di normalità del condotto uditivo esterno e della membrana timpanica e per comprendere la morfologia delle parti interessate all’eventuale protesizzazione acustica.   

È infatti l’esame audiometrico, insieme alla valutazione fisiologica detta, che ci fa capire lo stato dell’orecchio esterno per determinare se ci sono infiammazioni, infezioni, tappi ceruminosi e/o eventuali anomalie,  che ci fanno capire il percorso riabilitativo da seguire.

E’ chiaro che se si dovesse  presentare una condizione fisiologica anomala tra quelle dette, occorre sospendere la procedura della protesizzazione per procedere con  ulteriori visite e/o esami e accertamenti medico-diagnostici presso lo specialista.

Dagli esami audiometrici riusciamo anche a determinare situazioni dell’orecchio medio o orecchio interno che occorre esaminare a livello medico per eventuali terapie farmacologiche, interventi chirurgici o esami diagnostici per immagini.

Anche in questo caso la procedura audioprotesica va sospesa fino ai risultati che ci diranno che si potrà proseguire con la rimediazione audioprotesica, con il benestare del medico otorino, che quindi procederà all’indicazione della protesizzazione acustica più appropriata.

A questo punto, il dottore audioprotesista tenendo in considerazione le curve audiometriche, l’intensità della perdita uditiva, l’intelligibilità del parlato (comprensione delle parole con l’aumentare dell’intensità sonora), il campo dinamico residuo, il tipo di perdita uditiva, la morfologia del condotto uditivo esterno, lo stato psico-fisico, la situazione socio economica, il tipo di lavoro svolto, lo stile di vita condotto, il livello intellettivo e culturale, a questo punto dicevo, potrà individuare i dispositivi acustici più adeguati, che possano dare il miglior risultato in termini di riabilitazione uditiva.

Di fondamentale importanza è assumere la consapevolezza che anche prendendo il miglior dispositivo al mondo, il più avanzato, il più performante da tutti i punti di vista,

occorre fare un percorso di riabilitazione uditiva, che possiamo chiamare allenamento uditivo e che comporta del tempo; ma si consideri che il tempo gioca a favore, perché con il tempo i risultati dell’ascolto e della comprensione del parlato, tenderanno ad aumentare. E’ imprescindibile che per ottenere ciò, occorre seguire tutti i suggerimenti che  vengono dati dal dottore audioprotesista,  sull’uso dei dispositivi acustici; i suggerimenti saranno orientati su come usarli , su come fare le piccole manutenzioni, su come tenerli puliti, su come conservarli, perché funzionino al meglio e il più a lungo possibile.

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Secondo step della scelta

A questo punto, si procede con la scelta della tecnologia; l’audioprotesista spiegherà all’assistito le motivazioni delle possibili opzioni. 

A mio parere anche il modello va indicato dall’audioprotesista; il livello tecnologico invece può essere scelto dall’assistito a cui si danno due o tre opzioni in quanto il livello va ad influire sul prezzo dei dispositivi, pertanto l’assistito ha il diritto di scegliere quanto volere o poter spendere per se stesso.

Il mio suggerimento, prima ancora di scegliere il modello, è quello di capire se si vuole riporre fiducia nel professionista dell’udito, se ispira sicurezza, se mostra comprensione sincera… è fondamentale perché la protesizzazione acustica è un percorso, e non una mera applicazione che avviene in una sola seduta.

Se si avvertono queste sensazioni, allora seguite i suggerimenti del professionista, fatevi dire i prezzi di 2 o 3 livelli tecnologici differenti e scegliete in base a quello che è possibile per le vostre tasche.
E anche se non avrete le somme disponibili, chiedete quali sono le facilitazioni di pagamento.

Ricordate che l’apparecchio acustico che sceglierete durerà per svariati anni, quindi,  migliore sarà la scelta, più durerà nel tempo.

Conclusioni

Alla luce di quanto abbiamo detto, la scelta del dispositivo acustico deve essere una scelta condivisa fra assistito e dottore in tecniche audioprotesiche ma, soprattutto, è importante che l’assistito prenda consapevolezza che più che scegliere un apparecchio acustico, sta scegliendo di intraprendere un percorso riabilitativo; questo percorso è fatto del dispositivo acustico più adeguato, è fatto dei vari step che occorrono per le varie regolazioni, è fatto di fiducia verso il professionista e infine, ma non ultimo, è fatto di una mentalità positiva, paziente e consapevole che nel percorso riabilitativo il tempo gioca a favore e può portare sempre a graduali miglioramenti dal punto di vista fisiologico, mentale, psicologico e sociale.

Per una consulenza e ulteriori informazioni, contattaci, ti aiuteremo ad intraprendere il giusto percorso.

Buon udito a tutti e a tutte.

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  03 Marzo 2023

  Massimo Colaci

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